La “locale di Aosta” della ‘ndrangheta, tra ufficiali e soldati semplici

E’ il titolo del pezzo di oggi pomeriggio per Aostasera.it in cui ho riassunto le contestazioni conclusive della Dda di Torino ai tredici implicati nel filone valdostano dell’inchiesta Geenna, su infiltrazioni del crimine organizzato nel tessuto della regione.

I ragionamenti di ieri sera, sugli aspetti quantitativi dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari firmato dai pm Castellani e Longi, hanno trovato sostanziale conferma nella lettura. Una ricostruzione sintetica, in diciassette pagine, degli addebiti mossi ad ogni indagato. Insisto, peraltro, che la partita vera non si giocherà in questa fase, ma a processo, e, in fondo, ogni riga di ciò che gli addetti ai lavori conoscono come “415 bis” rimanda a pagine e pagine di atti d’indagine.

Malgrado ciò, l’esaustività non è in discussione. Il documento consente di ricavare la fisionomia della “locale” che, è convincimento dei Carabinieri sposato dalla Dda, esisteva nel capoluogo della Vallée almeno dal 2014. Un’aggregazione con i suoi capi, con chi ci metteva gambe e braccia (ma non testa) e con i suoi riti. Un’aggregazione come tante, nel modello organizzativo, ma fuori legge come poche.

L’auspicio è che il pezzo di oggi sia rivelatore soprattutto per due profili di lettori valdostani (ma non solo). Coloro che hanno sempre visto nel “benessere” della Valle un antidoto all’attecchire di una formazione criminale spietata e quanti sono convinti che alcuni dei protagonisti dell’inchiesta possano eventualmente “aver sbagliato”, senza però vedere la portata criminale delle accuse.

I primi non hanno capito che la ‘ndrangheta è capace di essere cattiva come quando spara pure senza farlo. I secondi non hanno semplicemente capito cos’è. Occorre smettere (anche nella sensibilizzazione antimafia) di ritenere che “crimine organizzato” significhi necessariamente boss latitanti, morti e auto che saltano, o negozi che bruciano.

La ‘ndrangheta è sistema subdolo, come una termite che s’insinua negli anfratti di un trave, e il condizionamento è la sua linfa vitale. Dell’economia, della politica e della comunità, per limitarsi ad ambiti dalla floridità indiscussa in Valle d’Aosta. E un consiglio accettato dalla persona sbagliata, o nel luogo sbagliato, può diventare un pericoloso agente virale.

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