
Diciotto pagine di avviso di chiusura delle indagini preliminari, da ridurre ancora, perché parte delle quali occupate dall’elenco (non breve) dei venti indagati. In sostanza, molto meno di una pagina a testa per riepilogare accuse e circostanze. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un’inezia rispetto all’ordinanza di custodia cautelare dello scorso 23 gennaio, che spiegava – in oltre 900 facciate – perché i sedici arrestati nell’operazione “Geenna”, secondo il gip di Torino, dovessero finire in carcere.
Forse è poco quantitativamente, ma due aspetti vanno necessariamente considerati, perché restano e resteranno. Il primo è che si tratta, comunque, dell’atto che suggella la prima indagine di sempre a concludersi con la contestazione di aver creato e gestito una “locale” di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Il processo ci dirà se così è stato, ma questa è la “fotografia” scattata dai Carabinieri del Gruppo Aosta e rimarrà come “spartiacque” nella storia investigativa della regione.
L’altro aspetto è che i pm Castellani e Longi dellla Dda di Torino sanno bene che, per quanto dalla chiusura indagini decorrano i termini per una serie di opzioni dell’indagato (chiedere di farsi interrogare, depositare memorie, o richiedere altri atti d’indagine), raramente nella strategia difensiva di chi è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso c’è di avvalersene.
La battaglia tra accusa e difesa, quella vera, sarà in aula. Il terreno di scontro reale sono le migliaia di pagine di atti (inclusi i verbali degli interrogatori seguiti agli arresti) e le innumereveoli intercettazioni che, da oggi, gli avvocati possono estrarre in copia. L’avviso di chiusura diventa quindi poco più del passaggio formale verso la richiesta di rinvio a giudizio, cioè l’attivazione del cammino processuale una volta conclusa l’attività investigativa.
Un passaggio sostanzialmente scontato sia per gli inquirenti, sia per gli indagati. In questo senso mi spiego il numero di pagine nemmeno lontanamente vicino a quello dell’ordinanza di custodia cautelare. Per questo, sale l’aspettativa verso una pagina procedimentale che sarà, compatibilmente con i riti che gli imputati sceglieranno, tutta da seguire.
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