
Ogni giorno, e non l’ho mai nascosto, mi convinco di più che dal pantano contemporaneo, dalle rovine di un oggi in deriva etica costante, si può uscire solo recuperando esempi degni di tal nome. Non necessariamente debbono essere vicini a noi, né geograficamente, né nell’ambito in cui hanno lasciato il segno. È il loro non essersi adeguati, il loro non aver voltato la testa, il loro aver pronunciato dei “no” a doverci interessare, perché dimostra che è possibile vivere in quel modo.
Giorgio Ambrosoli, assassinato esattamente 40 anni fa, è sicuramente un esempio e quest’oggi la Repubblica ripropone il ricordo che Giorgio Bocca – che ne rappresenta un altro, nella professione giornalistica – tracciò dell’avvocato milanese nel ventesimo anniversario della sua morte. Quando l’orizzonte si abbassa vorticosamente, guardare oltre, per vedere quanto è precluso a chi rimane con lo sguardo verso il basso, è tutto ciò che resta.