
Quella che trovate qui, appena andata online, è la terza ed ultima parte dell’approfondimento che ho curato, per Aostasera.it, sul bilancio al 31 dicembre 2017 della Casinò de la Vallée SpA (ecco i link per la prima e la seconda).
Il tema è di assoluta attualità, ancor di più tra concordato proposto dall’azienda e richiesta fallimentare avanzata dalla Procura. Oltre a provare a spiegare, dati alla mano, il perché di questa situazione, mi sono dedicato a questo lavoro anche perché, in più di una piega della società valdostana, il riff è ormai “mica ci lavoro, chiuda pure”.
E’ vero che ci sono una varietà di problemi in Valle e vanno oltre Saint-Vincent, è vero che le ultime Giunte regionali, quella di Nicoletta Spelgatti e Stefano Aggravi in particolare, hanno sofferto di “Casinòcentrismo”, ma non si può far finta di niente rispetto al fatto che la Casa da gioco stia alla nostra regione come l’altare ad una chiesa (quantomeno sul versante economico, poi per altri anche su quello del consenso elettorale, ma è un’altra partita).
Sono, come avrete capito, per la consapevolezza e il bilancio è una lettura che dice parecchio, anche perché il socio al 99.9% è la Regione, ma significa che gli azionisti sono i residenti. Tutti.